L’acre ‘sapore’ della δημοκρατία

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Il termine δημοκρατία aveva un suono sgradevole per gli antichi: troppo forte batteva l’accento sulla seconda parte del composto, quel κράτος, potere assoluto, dominio, in mano a una parte della popolazione, a una classe sociale che poteva esercitarlo senza controllo o contro la volontà degli altri componenti. Nemmeno i fautori della democrazia lo usavano volentieri, preferendogli termini come isonomia, isegoria e simili. È probabile, come ha mostrato Ehrenberg, che il termine fosse coniato dagli avversari dei “democratici” e da questi fatto proprio.

Questa l'opinione espressa nell'antologia degli storici greci preparata qualche anno fa con l'amico e collega A. Bevivino (Α. Βevivino, R. Rossi, Per lungo ordine d'anni. Antologia tematica della storiografia greca, Cappelli Editore, Bologna 2007, 188. Il volume è reperibile anche su IBS). Nella videoconferenza live dello scorso 26 marzo sono state esaminate alcune testimonianze a giustificare questa opinione, partendo dall'esame della componente κρατ-

L'esame è partito dall'etimologia di κράτος, che il DELG (Dictionnaire Étymologique de la Langue Grecque di P. Chantraine) fa risalire ai seguenti significati:

  • durezza
  • forza fisica (che consente di riportare il trionfo)
  • dominio, potere

In Omero si è riscontrato il valore polare del termine, che oscilla fra il senso positivo e quello negativo, come risulta da due esempi (fra i tanti che si potrebbero individuare):

  • βασιλεὺς τ᾽ἀγαθὸς κρατερός τ᾽αἰχμήτης (Iliade, III 179)
  • τοῦ γὰρ κράτος ἐστὶ μέγιστον (Iliade, II 118)
Opinione ben diversa è espressa da Musti!
Opinione ben diversa è espressa da Musti nel suo saggio sulla democrazia

Nella letteratura greca è Erodoto a introdurre per primo il termine:

  • VI 43.3 τοὺς γὰρ τυράννους τῶν Ἰώνων καταπαύσας πάντας ὁ Μαρδόνιος δημοκρατίας κατίστα ἐς τὰς πόλιας.
  • VI 131.1 τούτων συνοικησάντων γίνεται Κλεισθένης τε ὁ τὰς φυλὰς καὶ τὴν δημοκρατίαν Ἀθηναίοισι καταστήσας.

Ma ancora più interessante, in Erodoto, è il logos tripolitikòs, nel quale viene proposto «il nome più bello di tutti», ossia ἰσονομία, «uguaglianza di tutti di fronte alla legge» (è il persiano Otane che propone questa definizione).

III 80: Πλῆθος δὲ ἄρχον πρῶτα μὲν οὔνομα πάντων κάλλιστον ἔχει, ἰσονομίην.

E arriviamo al logos epitaphios di Tucidide:

II 37, 1 Καὶ ὄνομα μὲν διὰ τὸ μὴ ἐς ὀλίγους ἀλλ᾽ἐς πλείονας οἰκεῖν δημοκρατία κέκληται· μέτεστι δὲ κατὰ μὲν τοὺς νόμους πρὸς τὰ ἴδια διάφορα πᾶσι τὸ ἴσον, κατὰ δὲ τὴν ἀξίωσιν…

Parlando della πολιτεία («forma di governo») in vigore ad Atene, lo statista ateniese osserva:

e in quanto al nome, poiché il governo è diretto non all’interesse di pochi, ma alla maggioranza, è chiamato democrazia: ma secondo le leggi è concesso a tutti per i propri interessi privati la parità dei diritti (τὸ ἴσον).

In sostanza, sembra correggere l’impatto del termine δημοκρατία con il riferimento all’isonomia (κατὰ τοὺς νόμους … τὸ ἴσον).


È possibile scaricare il file di testo e quello audio cliccando qui!


Ma ecco il filmato 16, suddiviso in singole sezioni:

16.1 Demokratia, introduzione


16.2 Kratos, fra Omero e Prometeo


16.3 Intermezzo: Esiodo



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