Il libro XIV dell’Antologia Palatina contiene una serie di epigrammi (per lo più anonimi) che contengono giochi aritmetici e indovinelli: alcuni sono dei veri rompicapo, che resistono ai tentativi di spiegazione (o meglio, di decifrazione).
Abbastanza semplice è il 110, in trimetri giambici, che abbiamo letto nell’incontro dal vivo n. 43:
Οὐδεὶς βλέπων βλέπει με, μὴ βλέπων δ᾽ ὁρᾷ·
ὁ μὴ λαλῶν λαλεῖ, ὁ μὴ τρέχων τρέχει·
ψευδὴς δ᾽ ὑπάρχω, πάντα δ᾽ ἀληθῆ λέγω.
Questa la traduzione di Filippo Maria Pontani (Einaudi, 1981):
Chi vede, me non vede; chi non vede, sì;
chi tace, parla; il fermo si precipita;
mendace sono e dico sempre verità.
Qual è la soluzione? 🙄 😯